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Dove va tutta ‘sta gente e Hasan Elahi – The Orwell Project

Sede: MAGMA e Pinacoteca “A. Modigliani”, Follonica
Periodo: 5 luglio – 5 settembre 2015
Rispettivamente a cura di: Studio Azzurro e Karin Gavassa

L’installazione di Studio Azzurro, Dove va tutta ‘sta gente, si compone di tre porte automatiche di vetro che accolgono lo spettatore spalancandosi amichevolmente come soglie che non si oppongono alla sua presenza.
ll lavoro di Hasan Elahi tocca i temi della migrazione, dei confini – fisici e culturali–, dell’utilizzo delle nuove tecnologie e del loro impiego nella nostra quotidianità.

 

A Follonica esistono due realtà museali, la Pinacoteca A. Modigliani e il MAGMA (Museo delle Arti in Ghisa nella Maremma): la prima ospita prevalentemente opere di artisti locali, il secondo racconta la storia tecnologica, artistica e umana dello stabilimento siderurgico di Follonica, che affonda nell’800 le sue origini ma che resta attivo fino agli anni ‘60 del ‘900.

Per creare un legame tra questi due luoghi si è usciti in questo caso dal ‘900 per proporre un intervento di arte contemporanea di grande richiamo, in grado di convogliare l’attenzione. Poiché all’interno del MAGMA, oltre al percorso artistico che si svolge al primo piano (dove sono raccolti, fra altro, i calchi risalenti al catalogo dei manufatti realizzati in ghisa all’inizio del ‘900) insistono due postazioni multimediali che si rifanno al tema delle migrazioni, si propongono due interventi di video arte in Pinacoteca inerenti questo tema.

L’installazione di Studio Azzurro, Dove va tutta ‘sta gente, si compone di tre porte automatiche di vetro che accolgono lo spettatore spalancandosi amichevolmente come soglie che non si oppongono alla sua presenza. Ma, dall’altra parte degli schermi di vetro, le figure videoproiettate si agitano impattandosi sulle solide barriere di una civiltà diversa e seducente che non prevede divisione di privilegi. Il dispositivo interattivo si rifà a una complessità di relazioni umane e lo spazio dell’installazione si trasforma in “luogo antropologico”, nel quale i movimenti di chiusura e apertura non sempre rispondono nella maniera attesa.

Il lavoro di Hasan Elahi tocca i temi della migrazione, dei confini – fisici e culturali–, dell’utilizzo delle nuove tecnologie e del loro impiego nella nostra quotidianità. Si tratta di opere propriamente caratterizzate da una prospettiva glocal, che parte dall’elemento locale per parlare un linguaggio globale. Presentato nei principali musei internazionali come Centre Pompidou, Biennale di Venezia, Site Santa Fè, e conferenze al TEDGlobal e alla Tate Modern, il lavoro di Elahi giunge a Follonica con grandi installazioni site-specific che coniugano una ricerca sulla manipolazione delle immagini di sorveglianza e sull’estetizzazione dell’informazione. Fornendo ogni minimo dettaglio della propria routine quotidiana diventa impossibile ricostruire percorsi e traiettorie mentre i dati essenziali si perdono in migliaia di immagini banali e indecifrabili.

 

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