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Museo Fondazione Marino Marini

MUSEO FONDAZIONE MARINO MARINI

La città natale dell’artista (1901-1980) ospita la Fondazione, il Centro di documentazione e il museo nel complesso conventuale del Tau.

Un significativo nucleo di opere (sculture, dipinti, gessi) è allestito per temi, evidenziando la graduale riduzione delle forme da una tornitura rude, arcaica degli anni ’30 a profili più frammentati, geometrici, attraversati da più tragica espressività dagli anni ’40. Superato il chiostro centrale del convento, atrio d’accesso al museo, si accede alle sale dove sono illustrati i temi amati da Marino.
È senz’altro il cavaliere il soggetto a lui più caro e in cui si identifica, scrive, «tutta la storia dell’umanità e della natura». Nelle feconde forme della Pomona, simbolo di un mondo agreste semplice e primitivo, si riconosce un altro tema d’affezione per l’indole di un artista che diceva di sentirsi un «etrusco».

Attraverso i ritratti si ripercorre la storia del ‘900. Infine il tema dei giocolieri è metafora della ricerca esistenziale di equilibri inarrivabile fra piacere e dovere, vita e morte. Ma forse l’angolo più affascinante resta la gipsoteca che comprende più di 100 gessi trattati col colore da un artista che riteneva queste opere sculture “finite”. Il percorso di visita termina nell’attigua chiesa trecentesca che accoglie alcune monumentali sculture di Marini come il Miracolo del 1953 e il Grido del 1962.

INGRESSO GRATUITO

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INFO

Corso Silvano Fedi 30, Pistoia
Tel. (+39) 0573 30285
www.fondazionemarinomarini.it
fmarini@dada.it

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Toscana '900Museo Fondazione Marino Marini
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Casa-Museo Sigfrido Bartolini

CASA-MUSEO SIGFRIDO BARTOLINI

La casa-atelier di Sigfrido Bartolini (1932-2007) raccoglie l’attività dell’artista, collezionista e scrittore. Gli ambienti narrano la passione di Bartolini per la classicità antica attraverso i numerosi calchi in gesso che si mescolano alle teorie di terracotte in stile popolare collezionate nell’assecondare la sensibilità concreta e primitiva dei propri monotipi, xilografie e vedute di paesaggi scarne ed essenziali.

«La mia casa è come un mio quadro, lo conosco pennellata per pennellata» ha scritto Bartolini nel diario Disperata felicità (1954-2004): al visitatore gli strumenti e i torchi permettono di vivere la fiaba illustrata di Pinocchio, le opere appese alle pareti di Sironi, De Chirico, Soffici, Viani, di comprendere le frequentazioni del maestro, testimonianze custodite copiose anche nella biblioteca e nell’archivio.

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